giovedì 11 settembre 2014

I Doriano


L’armadietto non lo usi no, l’armadietto è diventato anzitutto un dimenticatoio, una pattumiera dei ricordi che apri si e no una volta al mese. Avresti dovuto tenerci dentro la giacca, i vestiti o almeno le scarpe da lavoro (quelle con la punta rinforzata e la catena antifuga...) e invece ci hai ficcato dentro la sciarpa tarocca della tua squadra di calcio, la collezione di pacchetti vuoti Marlboro, uno spazzolino setole morbide color verde acqua e mezzo tubetto di pasta dentifricia marca Durban’s che a tirarla appresso a qualcuno l’ammazzi di certo.


Oggi è una di quelle volte, ti tocca di aprirlo e non sai nemmeno perché: quel che cerchi, se cerchi qualcosa, lì dentro non c’è di sicuro. Hai soltanto voglia di ficcarci il naso per un po’, di perdere qualche istante in compagnia di tutte quelle cianfrusaglie che fantastichi sempre di buttare dal finestrino della macchina mentre ti allontani a tutta velocità dall’azienda alle ore diciassette del tuo ultimo giorno di lavoro là dentro.
Quindi non ti aspetti nulla di nuovo, ma ti sbagli e ridi come un cretino nel scoprire che riesci a farti le sorprese da solo perché  là sopra, sul ripiano, sepolto da una montagnola di fogli di dubbia natura, rinvieni un pacchetto crackers, dei Doriano e la cosa ti stupisce parecchio.
Contravvenendo alla regola del “guardare e non toccare” prendi su i Doriano e te li rigiri tra le mani con delicatezza, manco fossero un canarino o chessò altro che potresti spaccargli le ossa solo sfiorandolo. Fai piano, piano, perché non ti va di fracassarli e insieme vuoi saperne di più, vuoi scoprire qual era la data di scadenza perché sai che è già passata da un pezzo. 21 aprile 2008, tecnicamente i Doriano sono morti, ma non masticati come avrebbero dovuto, no, sono morti dimenticati e il tempo li ha imbalsamati perché tu veda, perché tu ti renda conto della tua malvagità: non potevi mangiarteli? Che ti costava?
“Non costava nulla” pensi e fin tanto che lo pensi volgi la frase al presente e ti ritrovi uno di quei Doriano tra i denti come se potessi porre rimedio a quel crimine sei anni dopo averlo commesso. Il gusto dei cracker è quello o così ti pare: lo stantio è un po’ il marchio di fabbrica dei Doriano solo che da freschi è un artificio mentre ora stantii lo sono davvero, anche se ciò conta poco o nulla oppure conterà solo più tardi, al gabinetto.

Quello che importa davvero è l’effetto allucinogeno che il pezzetto di Doriano scatena in te. Subito ti par di rimpicciolire, di restringerti tutto d’un colpo e quando alzi la testa ti ritrovi di fronte il maestro delle elementari che ce l’ha su con te per qualcosa che non hai fatto o che forse avresti dovuto fare. Lui è lì minaccioso con quelle sue mani che sembrano due tenaglie pronte ad afferrarti e a scuoterti forte com’era solito fare in certi casi, manco fossi un albero di mele e lui le volesse tutte per se a cominciare da quella più in alto, da quella più verde, quella più acerba. Sulla cattedra guarda caso c’è un pacchetto di Doriano immacolato, ma non sai più se è il suo o è il tuo e così l’abbandoni là, per sempre.
Un attimo dopo mastichi nel 2014 ma il tuo corpo è nell’atrio delle scuole medie che assiste al pestaggio, mascherato da gioco, del tuo fido compagno di banco. In mano hai un pacchetto di Doriano ma non ce la fai ad aprirli, non ti vanno più, perché tutti quei scappellotti che volano, tutti quei pugnetti con le nocche sporgenti sulle spalle, tutti quegli insulti a denti stretti, t’hanno fatto passare la fame e anzi suggerito a più riprese la fuga.

Quindi fuggi ancora nel 2014 ma un altro morso al Doriano ti rimanda indietro, un po’ meno, ma pur sempre indietro. Il bastardo ti mette sul pullman della gita scolastica di seconda superiore mentre tu e quelli delle altre classi state rientrando da Bologna e dietro di te sta seduta quella biondina che ti piace tanto.
L’hai marcata stretta tutto il tempo, che ti piace ormai lo sa tutta l’Emilia ma adesso che ce l’hai lì a portata di mano non ce la fai neanche a voltarti per farle una fotografia di straforo. Sembra tutto perduto, tutto per niente, ma quando tiri fuori i Doriano dallo zaino lei si sporge da sopra, come una nuvola, come un rampicante: “Me li daresti?” e tu le dai in mano il pacchetto intero e subito dopo ti tasti in cerca del cuore perché sei sicuro che non ce l’hai più, che l’hai dato a lei. E sei felice, per un nano secondo sei felice davvero, fino a quando non vedi la tua biondina scambiarsi di posto con un’amica per dividere i Doriano, i tuoi Doriano, con quello là, quello che ha già i tatuaggi su tutte e due le braccia: maledetto!
E a questo punto maledetti anche i Doriano che può capitare che per gentilezza o chessò altro tu li mangi scaduti di 6 anni nel 2014 e che loro ti mandino in paranoia per cose morte e sepolte da vent’anni o più!

Scosso, fai a pezzetti i Doriano rimasti, chiudi l’armadietto: il resto s’arrangino le formiche. 

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