Al banco dei salumi si
serve il numero 43.
O meglio, la numero 43:
una donnetta in camiciola con i capelli in rivolta.
La commessa si gira e
la guarda con lo stesso interesse con il quale fissa le olive sotto sale.
“Prego” dice, ma non è
la verità.
La donnetta allora si
spalma tutta sul vetro del bancone e allunga il dito in perfetto stile E.T.
“Della Fesa. Mi dia
della Fesa di tacchino” ordina.
Al che la commessa ha
un attimo di smarrimento. Sembra non ricordare dove l’ha vista l’ultima volta:
“La Fesa... La Fesa... Vediamo...” pensa fra sé, mascherando l’imbarazzo con un
balletto ai piedi del salame ungherese.
Infine ricorda. Ricorda
e agguanta il mattone giusto, quello rosa, color pelle umana.
Lo posiziona
sull’affettatrice e poi si volta: “Quanto gliene faccio signora?” domanda alla
prima faccia che le capita a tiro: un vecchietto tutto intento a decifrare la sua
stessa calligrafia su un foglietto macchiato d’unto e saliva.
“Due etti, tagliata
sottile...” annuncia la donnetta ritornata verticale: “Ma che resti “in fetta”
mi raccomando!” aggiunge poi cercando inutilmente consensi tra il pubblico.
L’unica cosa che
ottiene è di far montare i nervi alla commessa che in verità pare predisposta geneticamente all’incazzatura. Un tantino imballata si volta verso
i clienti con una faccia alla Kathy Bates in Misery non deve morire. E’ terrificante.
Un bambino in prima
fila incrocia lo sguardo assassino e poveretto si piscia subito addosso tutto
il Belthé che ha in vescica con il padre, lì a fianco, che dissimula il guaio
improvvisando un “Gesù cammina sulle acque” del laghetto giallo e in piena
espansione.
“Guardi che non è
possibile” sostiene la commessa: “Se la taglio sottile la fetta si sfalda, è
nomale”.
La donnina però ha
fatto in tempo a buttare i timpani: “La Fesa la voglio in fetta, sennò non me
la mangiano...”
Al che la commessa prende
su tutti i suoi chili di troppo e lascia la postazione brandendo una pinza
dalla quale penzola qualcosa che somiglia tanto ad una mascella sudata. “Veda...”
dice avanzando minacciosa verso la donnetta: “Veda se le va bene così...” aggiunge
e sventolando la finta mascella a brandelli a mo’ di bandiera fa rivoltare un
bel po’ di stomaci.
Neanche un minuto dopo
la donnetta è in cassa con della Fesa di tacchino che non mangerà nessuno.
Kathy Bates in Misery non deve morire |
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