lunedì 23 febbraio 2015

Dramma in tre puntate


All'alba del ventitreesimo giorno di mancate pulizie le latrine cominciarono a puzzare. Le tavolette dei water, ove presenti, si esibivano giallastre e ricoperte di macchie di ben poco dubbia natura. L’uomo entrò nella stanza spasimando, con le mani posate strettamente al bassoventre e una voglia mal celata di fuggire lontano. Subito l’accolse un’aria malevola, insalubre e decisa a spifferare ciò che in realtà egli già sapeva: le toilette avevano abbondantemente raggiunto il livello autogrill.
Con passo malfermo l’uomo si avvicinò alla porta del primo bagno e l’aprì deciso ricevendo subito un manrovescio in pieno viso. La postazione si presentava in disordine, con il pavimento incrostato al punto da far pensare al passaggio di una mandria bovina e il bordo del water chiazzato di un’urina color zafferano. Barcollante si fece indietro richiudendo la porta con violenza, come se in realtà si trattasse dell’accesso diretto agli inferi e fosse compito suo chiudere il passaggio al diavolo in persona.

venerdì 13 febbraio 2015

Delta e basta.


Sono di fretta. Lo sono sempre più spesso. Dopo lavoro devo sempre correre da qualche parte. A volte non capisco neanche tanto bene perché. Stasera sono di fretta perché ho scordato di comperare le stelle filanti per la festa dell’asilo così mentre guido penso alla soluzione migliore, ad un posto comodo e veloce dove fermarmi a comperare un paio di rotoli multicolor. Mentre mi divincolo con disinvoltura nel traffico della sera rammento con orrore di non avere nemmeno un euro di contante nel portafogli. Al massimo ho qualche centesimo brutto e perennemente incazzato in un angolo del portamonete. Mi succede sempre più spesso. Pago quasi tutto con il bancomat. Quasi.

martedì 10 febbraio 2015

La sinfonia



La stanza è una bolla di silenzio in un mare di intenso frastuono. L’ovatta alle pareti pende lunga, bianca ed eroica come una barba di mago, ma non compie magie. La fabbrica spande rumore da ogni singolo bullone, da ogni singola vite che si stringe sui miei giorni. Nei capannoni ogni movimento è una bomba che esplode, una pioggia di schegge di baccano che si infilzano ovunque.
Ed io sono lì, dentro a quella bolla che aspetto. Rimbalzo io stesso i rumori che oltrepassano le barriere facendomi scudo con le spalle e stringendomi forte alla scrivania per non finire sbalzato. Sotto i piedi il pavimento sussulta forte. Le vibrazioni a volte arrivano lente, svogliate, quasi impercettibili e a volte giungono violente come le ondate di un mare arrabbiato che viene a travolgermi col suo rumore schiumoso.