martedì 29 luglio 2014

L'estate

Poco fa ho incrociato l’Estate, stava camminando a bordo strada con due borse della spesa piene di creme solari e braccialetti della fortuna.

Ho accostato con l’auto poco più in là e quando m’è arrivata a tiro del finestrino le ho domandato: “Ma dove diamine ti eri cacciata?” e lei mi ha risposto che è depressa, che piange spesso e che esce solo per fare provviste.
M’ha detto che da quando l’Anticiclone delle Azzorre l’ha lasciata si sente più fragile, poco protetta e non riesce proprio a star su.

E io l’ho interrogata: “Ma cosa fai durante il giorno?”

M’ha risposto che sta quasi sempre a letto e soltanto verso mezzogiorno si alza a scaldare qualcosa, se le va. Al pomeriggio invece le piace guardare quei vecchi film in bianco e nero dove anche il sole è grigio ma la gente sembra contenta lo stesso.

Allora mi ha fatto pena e mi sono offerto di darle un passaggio.

Lei mi ha ringraziato tanto, ma ha rifiutato. M’ha ricordato che le stagioni devono andare avanti e indietro per conto loro: non si può portarsele appresso, neanche per un po’ e lei, seppur depressa, è pur sempre una stagione.


Perciò l’ho salutata e sono ripartito, rischiavo di far tardi: lei comunque m’è rimasta nel retrovisore per un po’ e poi è sparita, in mezzo al frumento.